Tre morti in tre anni, e la rabbia dei portuali

«Don Gallo può stare tranquillo, e i lavoratori del porto con lui: non sono soli, la città è con loro e gli è vicina; lo vedranno concretamente, al più presto. Se non essere stati in porto in queste ore è stato visto come una distanza, dico di no: è stata se mai la titubanza di chi si sente impotente nel sapere come incidere, in certi momenti di dolore e di tensione, con la preoccupazione per politici e istituzioni di non sembrare quelli che vanno a cavalcare le situazioni». Marta Vincenzi, dall´estero dove si trova per qualche giorno di vacanza, risponde all´appello che don Gallo, attraverso Repubblica, le ha lanciato dopo aver passato la sera del 25 dicembre tra i camalli ai varchi portuali per la terza notte di sciopero dopo la tragica morte di Gianmarco Desana. E non si tratta solo di una solidarietà a parole, continua la sindaco: ma di atti politici che dovranno essere assunti in gennaio dal consiglio comunale, oltre che dal Comitato portuale, in cui sono rappresentate tutte le realtà della città e del porto.


«Don Gallo dice cose importanti, ed è giusto che una figura come la sua sia stata in porto a fianco dei lavoratori - prosegue la Vincenzi - Ma non è giusto dire che la città si dimentica del porto e soprattutto di chi ci lavora. Io ne ho una dolorosissima consapevolezza, di quanto accade sulle banchine; ma è faticoso passare alle proposte e alla capacità di incidere davvero». la sindaco riflette: se ci sono anche problemi di ritmi di lavoro, come denunciano lavoratori e sindacati, è il Comitato Portuale, a cui anche lei partecipa, che deve prendere posizioni operative. «Bisogna pretendere una riunione del Comitato mirata esclusivamente sulla sicurezza, ma penso anche a una riunione monotematica del consiglio comunale su questo tema - aggiunge - la proporrò alla ripresa dei lavori; una riunione alla quale invitare tutti i soggetti interessati e, concretamente, cercare un confronto e delle soluzioni».


Tre morti in tre anni, e la rabbia dei portuali è esplosa con i blocchi, lo sciopero, i camion fermi e anche qualche momento concitato. «E´ per questo che la scelta è stata quella di dare segnali di vicinanza, ma senza andare in porto, in passato invece ci sono stata, quando mi hanno chiamato - conclude Marta Vincenzi - ma ripeto non è un problema far sentire loro che la città è vicina. E´ comunque vero che questa città, come dice don Gallo, ha il porto come cuore, e se in porto si continua a morire, significa che non ha sviluppo e non ha futuro».


Oggi, intanto, come previsto sarà svolta l´autopsia sul corpo di Gianmarco Desana, mentre proseguono le indagini per accertare tutti gli elementi utili sulla dinamica dell´incidente nella stiva della "Suprema" di grandi navi veloci, nel pomeriggio del 23 dicembre. per il momento è indagato il guidatore del camion che ha travolto Desana, accusato di omicidio colposo; ma gli inquirenti stanno cercando di accertare eventuali responsabilità a livelli diversi, tra i diversi soggetti chiamati a tutelare al sicurezza die lavoratori, sia sull´organizzazione del lavoro che sui tempi di svolgimento dello stesso. Anche ieri si è lavorato in porto su più turni, per caricare e scaricare le navi rimaste in attesa dopo lo sciopero; oggi, intanto, dopo la pausa natalizia, dovrebbero cominciare a riunirsi alcuni tavoli con sindacati e istituzioni per analizzare la situazione della sicurezza del lavoro portuale. Sarà poi il neoprefetto Francesco Musolino, al suo arrivo a Genova previsto per la metà di gennaio, a riprendere le fila del Comitato per la sicurezza già avviato in Prefettura dopo la tragica morte di Fabrizio Cannonero

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