Dall’ Europa un freno all’ assegnazione diretta degli appalti alle società miste pubblico-private

La Commissione europea ricorda che tutti i contratti di affidamento di lavori, servizi e forniture di queste società devono essere messi a gara, a meno che non siano già stati oggetto della competizione iniziale con cui si è scelto il partner privato. È tutta schierata a garanzia della trasparenza e della massima apertura al mercato la comunicazione interpretativa della Commissione europea sull’ «Applicazione del diritto comunitario su appalti e concessioni alle società miste pubblico-private» varata nei giorni scorsi (C-2007-6661). La nota di Bruxelles nasce, in realtà, con l’obiettivo di incrementare sempre di piu` questa forma di collaborazione tra soci (e capitali) privati e soggetti pubblici che ha due funzioni: da un lato sopperire alla mancanza di fondi da parte delle amministrazioni e, dall`altro, «iniettare» nel settore pubblico processi e metodi di stampo privato. Allo stesso tempo, pero`, la Commissione e prima ancora il Parlamento europeo si sono accorti che su questa formula mancano indicazioni. Proprio questa incertezza e` uno dei motivi alla base del mancato decollo delle societa` miste. Da qui la spinta a fornire alcuni chiarimenti. Innanzitutto la Commissione ricorda il punto di partenza messo a fuoco anche dalla Corte di giustizia: basta anche una piccolissima partecipazione privata per eliminare qualsiasi possibilita` di ricorso all`in house. In altre parole, il socio privato di una spa mista non puo` beneficiare di affidamenti diretti. D`altro canto, pero`, Bruxelles si rende anche conto dell`aggravio di tempi e procedure che comporterebbe una doppia gara, prima per la scelta del socio e poi per le concessioni o gli appalti. Da qui il suggerimento di concentrare il tutto in una solo competizione in cui si sceglie, insieme, sia il partner privato sia l`affidatario dei futuri contratti. Una gara difficile (e la Commissione accenna alla possibilita` di utilizzare il nuovo strumento del dialogo competitivo pensato per gli appalti complessi) ma che certo ha il vantaggio di dimezzare i tempi. Il raggio d`azione del socio privato, pero`, deve restare circoscritto. «Le direttive sugli appalti e i principi comunitari - si legge nella nota - devono comunque essere rispettati quando si tratta di affidare altri contratti diversi da quelli oggetto della gara per la creazione della spa mista». La comunicazione europea colma un vuoto anche italiano: l`unico tentativo di inserire una regolamentazione del fenomeno dell`affidamento diretto di contratti a soci privati, fatto con la prima bozza del Codice dei contratti e` fallito. E proprio l`assenza di regole e` stata tra le cause del proliferare di questi tentativi di aggirare la concorrenza.

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