Crollo di un controsoffitto al liceo «Darwin»
Uno studente è morto e almeno una ventina sono rimasti feriti, alcuni in condizioni gravi (per uno si teme addirittura una paralisi permanente) per il crollo di un controsoffitto al liceo «Darwin» di Rivoli, grosso centro in provincia di Torino. La vittima è Vito Scafidi, di 17 anni, che frequentava la quarta G.
I FERITI - Ha invece riportato fratture alla colonna vertebrale con lesioni al midollo Andrea M., 17 anni, il più grave dei tre feriti che sono ricoverati nell'ospedale Cto di Torino. Proprio lui rischierebbe la paralisi. Il giovane è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durato sei ore che i medici hanno definito «tecnicamente riuscito», ma serviranno diversi giorni per sapere se potrà tornare a camminare. Non è esclusa, per lui, una nuova operazione. Il giovane è ora in coma farmacologico. Nel centro grandi traumi è ricoverata anche Cinzia P. che ha invece subito un trauma cranico con commozione cerebrale. La terza ragazza ferita ricoverata al Cto, Federica A., che ha riportato frattura di piccola entità e un trauma cranico, è nel reparto piccoli traumi. Sul fronte degli altri feriti, un ragazzo è alle Molinette (ha riportato fratture lombari), altri sei sono ricoverati all'ospedale di Rivoli e sette a quello di Orbassano.
I FERITI - Ha invece riportato fratture alla colonna vertebrale con lesioni al midollo Andrea M., 17 anni, il più grave dei tre feriti che sono ricoverati nell'ospedale Cto di Torino. Proprio lui rischierebbe la paralisi. Il giovane è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durato sei ore che i medici hanno definito «tecnicamente riuscito», ma serviranno diversi giorni per sapere se potrà tornare a camminare. Non è esclusa, per lui, una nuova operazione. Il giovane è ora in coma farmacologico. Nel centro grandi traumi è ricoverata anche Cinzia P. che ha invece subito un trauma cranico con commozione cerebrale. La terza ragazza ferita ricoverata al Cto, Federica A., che ha riportato frattura di piccola entità e un trauma cranico, è nel reparto piccoli traumi. Sul fronte degli altri feriti, un ragazzo è alle Molinette (ha riportato fratture lombari), altri sei sono ricoverati all'ospedale di Rivoli e sette a quello di Orbassano.
fonte corrieri.it
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Sul sito del governo Berlusconi si legge : "Da un'indagine del ministero dell'Istruzione risulta che in Italia quasi 10 mila edifici scolastici non sono sicuri". Per questo motivo "il ministro Gelmini riconvocherà l'Osservatorio sull'edilizia scolastica ma farà anche presto partire un censimento di tutti gli edifici scolastici sollecitando il Cipe (Centro Interministeriale per la Programmazione Economica) e le Regioni per l'ammodernamento e la messa a norma degli edifici". Se la tragedia di Rivoli è legata alla scarsa sicurezza dell'edificio scolastico il provvedimento del ministro è tardivo. Da quanto emerge dal comunicato il governo intenderebbe investire nell'ammodernamento delle scuole italiane una consistente fetta di risparmi previsti attraverso la Finanziaria: circa 8 miliardi di euro.
Ma qual è lo stato di sicurezza delle scuole piemontesi? A darcene un panorama abbastanza chiaro è l'ultimo rapporto di Legambiente sulla scuola: Ecosistema scuola 2008. Secondo l'indagine condotta su 412 edifici scolastici della regione quasi metà (il 47,7 per cento) risulta costruito prima del 1974. E uno su 4 risale addirittura a prima del 1940. A fronte di una media nazionale di poco superiore al 12 per cento, in Piemonte buona parte (il 41,4 per cento) delle scuole è ospitata in "edifici storici". Come quello che dal 1970 ospita il Darwin di Rivoli, situato all'interno del parco naturale regionale "Colina morenica di Rivoli".
Anche sul fronte della sicurezza, secondo il rapporto di Legambiente, gli enti locali piemontesi hanno tanto lavoro. Circa 2 edifici su 3 (62 per cento) che ospitano scuole sono sprovviste di regolare certificato di agibilità statica. La situazione a livello nazionale va leggermente meglio perché risultano sprovviste del certificato in questione 46 scuole su 100.
La situazione peggiora sensibilmente se si passa in rassegna la certificazione Prevenzione incendi: presente soltanto nel 18,45 per cento dei casi. Vanno decisamente meglio le cose sul fronte del rispetto delle norme igienico-sanitarie e sulla sicurezza degli impianti elettrici. Quasi 9 scuole su 10 dispongono del certificato di Agibilità igienico-sanitaria e tutte le scuole possono dichiarare impianti elettrici sicuri.
DISASTRO COLPOSO - Nel frattempo si è appreso che la procura di Torino ha aperto un'inchiesta, affidata al pm Raffaele Guariniello, decidendo di procedere per disastro colposo e omicidio colposo a carico di ignoti. E’ attesa la consulenza tecnica da parte dei vigili del fuoco. Sono inoltre stati effettuati durante tutta la giornata accertamenti e acquisizioni di documenti. Inoltre, alla provincia di Torino, visto che per legge alle amministrazioni provinciali compete la gestione delle scuole superiori, è affidato il compito di riferire sulla sicurezza del plesso scolastico interessato dal crollo. L’area della scuola è stata posta sotto sequestro e già domani si potrebbe procedere con i primi sopralluoghi. La Provincia, dal canto suo, mette le mani avanti e fa sapere di avere «risposto a tutti gli adempimenti», anche se ritiene - per bocca dell'assessore all'Istruzione, Umberto d'Ottavio, che quanto accaduto sia «una cosa inaccettabile» e che anche il governo provinciale farà le proprie indagini Ma contro la cattiva manutenzione dell'edificio puntano il dito i genitori di Andrea M.: «Cose così non devono succedere, Andrea ci diceva sempre che vedeva pezzi di muro cadere». «Era molto amico di Vito Scafidi - ha poi ricordato la mamma affranta dal dolore - e anche ieri si erano visti fuori dall'orario scolastico».
CROLLO STRUTTURALE - Il crollo non è stato provocato dal maltempo, come era stato annunciato in un primo tempo, ma dal cedimento dei sostegni che reggevano un pesante tubo di ghisa collocato tra il soffitto e la controsoffittatura. Resta però da chiarire se il cedimento sia dovuto a causa fortuita, a cattiva manutenzione o a cause da ricercare nelle modalità di installazione. O, forse, a una concomitanza di tutti questi fattori: sembra infatti che il tubo fosse parte di un vecchio impianto di scarico dei bagli inutilizzato dagli anni Ottanta e da allora rimasto legato in modo artiginale con dei fili di ferro ancorati al soffitto. E proprio questi supporti posticci avrebbero ceduto liberando di colpo il manufatto pesante una sessantina di chili. Un peso enorme che ha avuto subito la meglio del controsoffitto in travelloni, ovvero mattoni piatti e lunghi molto pesanti. Pare che non esistano planimetrie dei tubi della scuola - ha spiegato il responsabile della sicurezza l'architetto Diego Sigot, all'inviata del Corriere della Sera: «non sapevamo dell'esistenza di quello scarico inerte».
«È MORTE BIANCA» - «Abbiamo il dovere di dare spiegazioni a questo nuovo dramma - ha detto il procuratore aggiunto, Guariniello -. Abbiamo il dovere di dare risposte a quanto è accaduto innanzitutto alla famiglia della vittima e a tutti gli altri genitori». L'incidente intanto innesca la polemica sulla questione sicurezza. «La tragedia di oggi è una morte bianca» è stato il primo commento del sindaco di Rivoli, Guido Tallone, sull'incidente.
Il Ministro smentisce che nell’ultima Finanziaria ci siano tagli alla sicurezza scolastica: “Non è così” afferma “anzi è vero il contrario. Se si va a vedere l’articolo 7 bis del decreto ministeriale l’edilizia scolastica è fra le infrastrutture strategiche da finanziare con il Cipe. Segno che si era perfettamente consapevoli della situazione. L’opposizione può chiedere i soldi perché, a differenza di noi, non ha responsabilità di governo”.
“Sono risorse che dobbiamo trovare, attualmente abbiamo a disposizione una cifra non sufficiente. Perché non è un problema di qualche correttivo, qui si tratta di reimpostare la spesa. Senza una rimodulazione, senza un taglio degli sprechi, questo problema non lo risolveremo mai”. Sulle risorse da trovare per la sicurezza scolastica il Ministro sostiene che Tremonti sia d’accordo e aggiunge: “Ne ho parlato anche con Bertolaso con il quale abbiamo varato una task force e pianificato un intervento per le prime cento scuole. Ho chiesto un’anagrafe completa delle scuole, l’avrò entro gennaio”.
Intanto a Torino Cinzia Scafidi, la madre del ragazzo morto con il crollo di Rivoli, chiede a gran voce giustizia: “Qualcuno pagherà per quello che è successo. Se hanno risarcito i parenti delle vittime della ThyssenKrupp anch’io ho il diritto di chiedere i danni. Anche quello di mio figlio era un lavoro, la scuola era il suo lavoro e lì dentro è morto a soli 17 anni. Qualcuno quindi dovrà rispondere di questo”.
TORINO - È allarme sicurezza nelle scuole dopo il crollo, sabato scorso, del soffitto dell'edificio scolastico Darwin di Rivoli, in provincia di Torino. Nel tragico incidente ha perso la vita un ragazzo di diciotto anni, Vito Scafidi, e altre diciassette persone sono rimaste ferite. Tra loro è ancora in gravi condizioni Andrea Macrì, di 17 anni, compagno di banco di Vito. Il ragazzo è in coma farmacologico e nelle prossime ore potrebbe subire una seconda operazione. "Le sue condizioni sono gravi - ha detto il padre - non sappiamo quali funzionalità riuscirà a recuperare. Questa tragedia deve essere un momento di riflessione per tutta la società. Non possiamo lasciare che i nostri figli, che sono il nostro futuro, frequentino luoghi insani e poco sicuri".
Intanto la protezione civile ha reso noto i dati relativi alla sicurezza degli edifici scolastici italiani, delineando una situazione a dir poco sconcertante. Un istituto su due, infatti è potenzialmente a rischio: su 42.000 scuole pubbliche, 22.800 non sono a norma. Si tratta soprattutto di edifici progettati senza tenere conto dei criteri antisismici in zone dove, però, i terremoti sono frequenti.
L'elenco delle scuole più pericolose, dicono alla Protezione civile, si sta definendo in questi giorni, ma non sarà reso noto per evitare di creare allarmismo. Il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini ha promesso di intervenire subito sulle 100 scuole più pericolose. "Sono ministro da sei mesi e avverto tutta la responsabilità e il dovere morale, prima che politico di adoperarmi al massimo perché episodi come quelli di Rivoli non accadano più", ha detto.
Ma quanto costerebbe rimettere in sesto tutti gli edifici? "Secondo i nostri calcoli ci vogliono 4 miliardi di euro", ha spiegato il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso.
"Dal 2002 a oggi sono state censite 3.000 scuole sulle 57mila italiane (a quelle pubbliche vanno aggiunte le 15mila private) - ha detto - e gran parte di quelle 3.000 scuole sono a norma solo per il 30-40 % dello standard previsto dalla legge. Dovremmo poter intervenire in tempi brevi su almeno 15mila scuole per metterle in sicurezza".
Ma quello di Rivoli non costituisce un episodio isolato. Oltre ai casi legati alla sicurezza degli edifici sono molti anche gli incidenti che accadono all'interno delle scuole. Gli ultimi dati relativi agli infortuni denunciati all'INAIL per le scuole pubbliche e private parlano, infatti, per l'anno 2007, di 12.912 incidenti per gli insegnanti e di 90.478 per gli studenti. La Lombardia è la regione in cui accade il maggior numero di infortuni nelle scuole, con 1.692 casi nel 2007. In Piemonte invece, nell'anno precedente, gli infortuni denunciati sono stati 940 in totale, 161 hanno riguardato gli uomini e 779 le donne.
E proprio per aumentare il livello di salute e sicurezza nelle scuole nella Finanziaria del 2007, l'INAIL ha stabilito un piano di interventi per il triennio 2007-2009, d'intesa con i ministeri del Lavoro e della Pubblica istruzione, e con gli Enti locali. Obiettivo dell'intesa è la promozione e il finanziamento di progetti volti al miglioramento delle condizioni degli istituti scolastici secondari di primo grado e superiori. In totale sono stati stanziati 100 milioni di euro, (30milioni circa per ogni anno). La distribuzione delle risorse è stata regolata attraverso un bando pubblico.
ROMA - Un appello al Governo perché ripristini i fondi per la sicurezza delle scuole e realizzi un piano quinquennale per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. È quanto chiede oggi Cittadinanzattiva in occasione della VI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole promossa dall'associazione, nell'ambito della campagna Impararesicuri. "Sarebbe questo il miglior modo per onorare le vittime della scuola e lavorare per evitare il ripetersi di simili tragedie", commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice della Scuola di Cittadinanzattiva.
E oggi sono diecimila le scuole impegnate nella Giornata della sicurezza. In ognuna si sono svolte prove di evacuazione, corsi di addestramento e primo soccorso, assemblee con docenti, studenti e famiglie sui rischi legati alla particolare conformazione del territorio locale. A Roma l'evento nazionale si è tenuto presso l'Istituto tecnico Galilei dove 120 ragazzi delle scuole superiori della città hanno realizzato pannelli artistici sul tema della sicurezza. "Mettiamoci al sicuro", "Sicura mente", "La sicurezza dipende anche da te", "La terra trema... si salvi chi sa", "Bolla il bullo", "È meglio navigare in...siti sicuri", sono alcuni degli slogan che hanno fatto da sfondo alla giornata. Un pannello è stato dedicato anche a Vito Scafidi, morto sotto il crollo di un tetto della scuola "Darwin" di Rivoli. "In concomitanza con il funerale di Vito", ha detto Mario, rappresentante di Istituto del Galilei, "proponiamo in tutte le scuole d'Italia il suono della campanella prolungato come segno di emergenza". "Dal nostro annuale Rapporto Impararesicuri emerge una situazione diffusa di insicurezza: crolli di intonaco, certificazioni mancanti o non disponibili, scarsa manutenzione", ha aggiunto Adriana Bizzarri. "Soprattutto su quest'ultimo aspetto, mancano controlli adeguati sul rispetto delle norme edilizie, sui lavori effettuati e sul rispetto dei tempi".
E i dati in questo senso sono poco confortanti. Il certificato di agibilità statica è presente solo nel 34% delle scuole, quello di agibilità igienico-sanitaria è disponibile nel 39% dei casi, quello di prevenzione incendi nel 37%. Anche la segnaletica è spesso carente: una scuola su quattro non ha la piantina con i percorsi di evacuazione e le uscite di emergenza non sono segnalate nel 17% dei casi. Negli istituti che hanno laboratori scientifici, solo il 63% ha cartelli informativi sulle precauzioni da seguire e l'84% possiede armadi chiusi per riporre sostanze e attrezzature pericolose. Assai scarsa è la formazione del personale: nel dettaglio, una scuola su quattro non attua corsi sulla sicurezza del lavoro, il 17% non fa le prove di evacuazione, ben il 42% non fa corsi di primo soccorso nè di prevenzione incendi e addirittura l'83% non ha svolto alcun corso sulla sicurezza elettrica.
Anche rispetto agli incidenti le statistiche sono preoccupanti. Nel 2007 sono stati denunciati all'INAIL 12.912 incidenti al personale e 90.478 agli studenti. Nelle scuole monitorate da Cittadinanzattiva, i responsabili del servizio di prevenzione e protezione hanno segnalato 739 incidenti, con 90 richieste di intervento del 118 e 34 casi nei quali è stato disposto il trasferimento in ospedale. In occasione della Giornata per la sicurezza l'associazione Cittadinanzattiva chiede, quindi, continuità nei fondi per la messa in sicurezza delle scuole; completamento rapido della Anagrafe dell'edilizia scolastica; percorsi di formazione ed informazione al personale docente e non; interventi immediati per evitare il sovraffollamento delle aule e per garantire l'adeguata assistenza degli studenti disabili nel rispetto di quanto previsto dalla legge.