Prevenzione degli infortuni



Prevenzione degli infortuni



Gli infortuni possono causare menomazioni o determinare la morte dei lavoratori. Tutti i settori dell'economia ne sono colpiti, ma il problema è particolarmente grave nelle piccole e medie imprese (PMI).


Gli infortuni, oltre al costo in termini di perdita di vite umane e di sofferenza per i lavoratori e le loro famiglie, producono conseguenze anche per le aziende e per la società nel suo complesso. Ridurre il numero degli infortuni significa diminuire le assenze per malattia e, quindi, ridurre i costi e garantire maggiore continuità al processo produttivo. I datori di lavoro inoltre risparmiano anche i costi di assunzione e formazione di nuovo personale, possono abbattere i costi del pensionamento anticipato e i costi delle assicurazioni.
Il maggior numero di infortuni in tutti i settori, dall'industria pesante al lavoro d'ufficio, è dovuto a scivolamenti, inciampate e cadute. Tra gli altri pericoli si annoverano la caduta di oggetti, le ustioni termiche e chimiche, gli incendi e le esplosioni, le sostanze pericolose e lo stress. Per prevenire gli infortuni che si verificano sul lavoro, i datori di lavoro devono creare un sistema di gestione della sicurezza che comprenda la valutazione dei rischi e le procedure di monitoraggio.

Cosa devo fare? Consigli per i datori di lavoro
· Effettuare una valutazione dei rischi
· Pericoli e rischi gravi
· Scivolate, inciampate e cadute
· Edilizia — la macchia nera degli infortuni
· Lista di controllo per la prevenzione degli infortuni
· Consultazione, informazione e formazione
· Assumere lavoratori che possono essere maggiormente a rischio
· Legislazione europea

Come posso evitare i rischi? Consigli per i dipendenti
· Pericoli e rischi incontrati dai dipendenti
· Legislazione europea
· Informazione e formazione

Commenti

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Ridurre gli infortuni sul lavoro: consigli per i datori di lavoro
1. Effettuare una valutazione dei rischi

I datori di lavoro devono intraprendere tutti i passi necessari per garantire la protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori. Per prevenire gli infortuni, il datore di lavoro deve introdurre un sistema di gestione della salute e della sicurezza che comprenda la valutazione dei rischi, la gestione dei rischi e le procedure di monitoraggio.

I principi che dovrebbero essere considerati durante l'intero processo di valutazione dei rischi possono essere suddivisi in una serie di fasi:

· Fase 1. Individuare i pericoli e i rischi

Verificare cosa può arrecare danno e individuare i lavoratori che potrebbero essere esposti ai pericoli.

· Fase 2. Valutare e attribuire un ordine di priorità ai rischi

Valutare i rischi esistenti (la loro gravità, la probabilità che si verifichino, …) e attribuire loro un ordine di priorità in base all'importanza. È essenziale stabilire un ordine di priorità per ogni attività volta a eliminare o prevenire i rischi.
· Fase 3. Decidere l’azione preventiva

Individuare le misure appropriate per eliminare o controllare i rischi.

· Fase 4. Intervenire con azioni concrete

Mettere in atto le misure di prevenzione e di protezione sulla base di un piano di priorità (probabilmente non sarà possibile risolvere subito tutti i problemi) e specificare le persone responsabili di attuare determinate misure e il relativo calendario d'intervento, le scadenze entro cui portare a termine le azioni previste e i mezzi messi a disposizione per realizzare le misure individuate.

· Fase 5. Controllo e riesame

La valutazione deve essere rivista regolarmente, per garantire che sia sempre aggiornata. In particolare, dev'essere rivista ogniqualvolta vengano apportate variazioni significative all'organizzazione o alla luce dei risultati di indagini riguardanti un infortunio o "quasi incidente".
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2. Pericoli e rischi gravi

Si devono prendere in considerazione tutti i pericoli individuati dalla valutazione dei rischi. Il tipo di pericolo, il grado di rischio posto e la gravità del danno che potrebbe derivare sono diversi a seconda del luogo di lavoro e del settore d'attività. Di seguito sono riportati solo alcuni degli aspetti da non sottovalutare.
· Apparecchiature e impianti di lavoro:
protezioni meccaniche inadeguate per evitare il contatto con oggetti pericolosi, assenza di interventi di manutenzione alle attrezzature e ai veicoli di lavoro, tagli e ferite procurati con lame, spigoli, lamiere metalliche, strumenti o estremità taglienti, pericoli elettrici.
· Luogo di lavoro:
igiene e pulizia scarse, disordine, controlli insufficienti, scarsa visibilità nelle aree in cui operano veicoli e macchinari per il sollevamento quali gru mobili, andirivieni di persone e veicoli, in particolare in prossimità di entrate e uscite di garage, magazzini e depositi.
· Trasporto sul lavoro:
movimenti incontrollati di oggetti come, per esempio, barili e altri carichi e contenitori fissati in maniera inadeguata durante il deposito, il trasporto, la distribuzione o la movimentazione. La possibilità che le persone siano colpite o investite da veicoli in movimento, cadano dai veicoli, siano colpite da oggetti che cadono dai veicoli o travolte da veicoli che si capovolgono.
· Lavoratori:
mancanza di informazioni, istruzioni, formazione, supervisione e insegnamento.
· Lavoro in quota:
su impalcature, scale a pioli, scale, rampe mobili; esiste inoltre il rischio che gli oggetti cadano dall'alto sulle persone che lavorano a terra.
· Ustioni:
ustioni termiche provocate da attività condotte con superfici calde, liquidi, vapori o gas bollenti, o sistemi di riscaldamento; ustioni chimiche causate da sostanze corrosive, in particolare da acidi e basi forti utilizzati, per esempio, per la pulizia.
· Incendi ed esplosioni:
causati dalla concomitanza di tre fattori: combustibile, ossigeno e una sorgente d'accensione.
· Sostanze pericolose:
possono essere letali se inalate; per esempio, il monossido di carbonio, il cosiddetto "assassino silenzioso", generato da una combustione incompleta, come nel caso dei fumi di scarico.
· Asfissia:
alcune attività comportano l'esposizione al rischio di asfissia, ossia a una mancanza di ossigeno vitale. Può essere il caso, per esempio, di spazi limitati come vasche, cisterne, reattori o tubature.
· Fattori psicosociali:
lo stress può accrescere il rischio di infortuni sul lavoro.
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3. Scivolamenti, inciampate e cadute

Il maggior numero di infortuni in tutti i settori, dall'industria pesante al lavoro d'ufficio, è dovuto agli scivolamenti, alle inciampate e alle cadute. Per ridurre il rischio di infortunio sarebbe tuttavia sufficiente adottare semplici accorgimenti. Ove possibile, l'obiettivo deve essere quello di eliminare il rischio all'origine: ad esempio, livellare i pavimenti irregolari. La seconda opzione in ordine di importanza è la sostituzione (ad esempio, ricorrere a un metodo alternativo di pulizia dei pavimenti), seguita dalla separazione (usare delle barriere per impedire ai lavoratori di calpestare i pavimenti bagnati). L'ultima misura da adottare è la protezione; in questo esempio, l'uso di calzature con suole antiscivolo. Si dovrebbe cioè ricorrere ai dispositivi di protezione individuali solo dopo aver introdotto tutte le misure di sicurezza a livello organizzativo e tecnico.

Una prevenzione efficace
· Ordine — L'ambiente di lavoro dev'essere pulito e ordinato; i pavimenti e i percorsi di accesso devono essere sgombri da ostacoli. I rifiuti devono essere rimossi regolarmente, evitando che si accumulino.
· Pulizia e manutenzione — I rifiuti devono essere allontanati regolarmente e le aree di lavoro devono rimanere sgombre. I metodi e gli attrezzi per le pulizie devono essere adeguati alla superficie da trattare.
· Illuminazione — Assicurarsi che l'illuminazione sia buona e che la posizione delle luci sia tale da illuminare in maniera uniforme tutti i pavimenti; assicurarsi inoltre che i pericoli, gli ostacoli e le fuoriuscite accidentali di liquidi siano eventualmente ben visibili.
· Periodicamente si dovrebbe controllare che i pavimenti non siano danneggiati e si dovrebbero effettuare gli interventi di manutenzione necessari. Tra i potenziali rischi si annoverano: buchi, crepe, tappeti e tappetini non fissi. Le superfici dei pavimenti devono essere adeguate al tipo di attività prevista; per esempio, devono essere resistenti ai grassi e alle sostanze chimiche impiegati nei processi produttivi. Il fatto di rivestire o di trattare chimicamente i pavimenti esistenti può migliorarne le caratteristiche antiscivolo.
· Scale — I corrimano, i rivestimenti antiscivolo dei gradini, una buona visibilità, la segnaletica antiscivolo sui gradini e un'illuminazione adeguata sono tutti elementi che aiutano a prevenire situazioni in cui i lavoratori potrebbero scivolare e inciampare sulle scale.
· Fuoriuscite accidentali di liquidi — Asciugare immediatamente le fuoriuscite utilizzando un metodo di pulizia adeguato. Usare segnali di avvertimento nel punto in cui il pavimento è bagnato e allestire percorsi alternativi.
· Ostacoli — Ove possibile, rimuoverli. In caso contrario, usare opportune barriere e segnali di avvertimento.
· Cavi penzolanti — Collocare le apparecchiature e i macchinari in modo che i cavi non attraversino i percorsi pedonali. Usare i copricavi per assicurare saldamente i cavi alle superfici.
· Calzature — I lavoratori devono indossare calzature adatte all'ambiente di lavoro. A tal fine valutare il tipo di attività, la superficie del pavimento, le normali condizioni del pavimento e le proprietà antisdrucciolevoli delle suole.
· I luoghi di lavoro all'aperto devono essere allestiti in modo da ridurre al minimo i rischi; per esempio, adottando misure antiscivolo in presenza di ghiaccio e facendo indossare ai lavoratori delle calzature adatte.
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4. Edilizia — la macchia nera degli infortuni

L'edilizia è uno dei settori lavorativi più pericolosi nell'UE. I principali pericoli comprendono il lavoro in quota, le attività di scavo e la movimentazione dei carichi. Dev'essere data priorità alle misure volte a eliminare o ridurre i pericoli alla fonte e ai provvedimenti che garantiscono una forma di protezione collettiva.
· Lavorare in quota — le cadute dall'alto sono la causa più frequente di lesioni anche mortali. Tra le cause di questi incidenti si annoverano: il lavoro su impalcature o piattaforme senza parapetti (barriere di protezione) o senza il corretto utilizzo di imbracature di sicurezza; tetti fragili; scale a pioli non manutenute, posizionate o fissate adeguatamente. L'intero processo di costruzione dovrebbe essere programmato, fin dalla fase di progettazione, per ridurre al minimo il rischio di cadute.
· Lavori di scavo — prima di avviare qualsiasi attività di scavo è necessario considerare tutti i potenziali rischi, compresi il crollo degli argini, la caduta di persone e veicoli nelle zone di scavo, l'indebolimento delle strutture circostanti. Successivamente, si devono mettere in atto precauzioni appropriate. Individuare e segnalare tutti i servizi sotterranei e adottare le precauzioni necessarie per mantenersi a debita distanza; assicurarsi che in cantiere siano disponibili materiali adeguati per favorire gli scavi; assicurarsi che venga utilizzato un metodo sicuro per trasportare e rimuovere i materiali ausiliari.
· Movimentazione di carichi — programmare le attività in modo tale da ridurre al minimo la movimentazione dei materiali e da maneggiare i materiali in sicurezza. Assicurarsi che vengano installate le apparecchiature necessarie, che vengano manovrate da operai qualificati ed esperti, e che vengano ispezionate regolarmente da una persona competente.
· Pulizia generale del cantiere e accesso sicuro — garantire la presenza di un accesso sicuro (strade, passaggi pedonali, scale o impalcature) da e verso tutte le aree di lavoro; i materiali devono essere conservati in luoghi sicuri; le buche devono essere recintate o coperto e segnalate in maniera chiara; devono essere impartite le dovute istruzioni per la raccolta e lo smaltimento dei materiali di rifiuto; le aree di lavoro devono essere ben illuminate.
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5. Lista di controllo per la prevenzione degli infortuni

· Sono state stabilite in maniera chiara le procedure e le responsabilità concernenti la salute e la sicurezza e sono tutti a conoscenza delle proprie responsabilità e di quelle altrui?

· Si sa come adempiere la normativa in materia di salute e sicurezza? In caso contrario, si è nominata una persona competente in grado di fornire una consulenza?

· Si sono individuati i principali rischi per la salute e la sicurezza e adottato azioni volte alla loro eliminazione o riduzione?

· Le disposizioni impartite per la manutenzione delle apparecchiature di lavoro sono adeguate?

· I lavoratori hanno ricevuto i dispositivi di protezione individuale necessari per tutelarsi dai rischi che non possono essere evitati? Hanno ricevuto una formazione per utilizzarli correttamente?

· I lavoratori sono stati informati dei rischi e hanno ricevuto una formazione sulle procedure necessarie per lavorare in sicurezza e per le emergenze?

· I lavoratori vengono consultati su questioni concernenti la salute e la sicurezza, compresa l'introduzione di variazioni alle politiche aziendali, alle procedure di lavoro, alle attrezzature?

· I lavoratori sanno come riferire l'esistenza di condizioni pericolose e incidenti?

· Vengono adottate azioni tempestive per indagare gli infortuni, i quasi incidenti e i problemi segnalati?

· Il luogo di lavoro è sottoposto a regolari ispezioni e vengono fatti i dovuti controlli per verificare se i lavoratori si attengono alle procedure di lavoro sicure?

· È presente un sistema di revisione della strategia in materia di salute e sicurezza sul lavoro e delle procedure di lavoro?
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6. Consultazione, informazione e formazione

I datori di lavoro hanno il dovere di consultare i lavoratori sia per decidere le misure di salute e sicurezza da attuare sia prima di introdurre nuove tecnologie o prodotti. Attingere alle conoscenze dei lavoratori è infatti fondamentale per individuare i pericoli e per mettere a punto soluzioni fattibili. In questo modo si ha inoltre la garanzia che i lavoratori si impegnino ad adottare le procedure di protezione della sicurezza e della salute e a introdurre miglioramenti.

I lavoratori hanno il diritto di essere informati sui rischi presenti per la salute e la sicurezza, sulle misure di prevenzione, sulle procedure di primo soccorso e sulle procedure di emergenza. Tutti i lavoratori devono sapere come lavorare in sicurezza.

La formazione deve essere pertinente e comprensibile, anche per i lavoratori che parlano una lingua diversa. La formazione deve essere impartita ai neoassunti ma anche ai lavoratori già in servizio, se cambiano le pratiche o le attrezzature di lavoro, oppure quando cambiano le mansioni o, ancora, se vengono introdotte nuove tecnologie.


La formazione deve concentrarsi su:
· i principi del sistema di gestione della sicurezza e le responsabilità dei lavoratori;
· i pericoli e i rischi specifici presenti sul lavoro;
· le competenze necessarie per svolgere le attività lavorative;
· le procedure da seguire per evitare qualsiasi rischio;
· le misure di prevenzione da adottare prima, durante e dopo l'attività di lavoro;
· istruzioni specifiche concernenti la sicurezza e la salute per i lavoratori alle prese con apparecchiature tecniche e sostanze pericolose;
· informazioni sui dispositivi di protezione collettivi e individuali;
· fonti di informazione sulla sicurezza e la salute che sono a disposizione dei lavoratori;
· informazioni sulle persone da contattare per segnalare i rischi emergenti e le emergenze.
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7. Assumere lavoratori che possono essere maggiormente a rischio


Lavoratori con disabilità

I lavoratori disabili dovrebbero godere di un trattamento equo sul lavoro. La salute e la sicurezza non devono diventare una scusa per non assumere o per cessare di assumere le persone disabili, per esempio dichiarando che un lavoratore su una sedia a rotelle non è in grado di abbandonare un edificio in caso di emergenza o che un lavoratore con disturbi dell'udito non sente un allarme in caso di incendio.

I datori di lavoro dovranno dimostrare (ad esempio, sulla scorta di un'adeguata valutazione dei rischi e del parere qualificato di un'organizzazione specializzata in disabilità) che esiste un problema di sicurezza reale, a cui non si può ovviare. In tal caso il disabile dovrà essere trasferito ad altre mansioni.

Le misure di valutazione dei rischi e di prevenzione degli infortuni dovrebbero anche tener conto delle differenze esistenti tra i singoli lavoratori. Per i lavoratori disabili potrebbe essere necessario effettuare una valutazione dei rischi distinta ed erogare una formazione specifica.

Le misure antinfortunio messe in atto per le persone con disabilità possono contribuire a ridurre gli infortuni di tutti i lavoratori; ecco alcuni esempi:
· un'adeguata illuminazione sul luogo di lavoro;
· accessi e uscite sicuri dagli ambienti di lavoro;
· percorsi pedonali e vie di passaggio sottoposti a regolare manutenzione sul lavoro;
· una comunicazione chiara e una segnalazione adeguata dei pericoli e dei rischi presenti sul luogo di lavoro.


Giovani lavoratori

Dati nazionali ed europei suggeriscono che i giovani lavoratori sono maggiormente a rischio di incorrere in un infortunio sul lavoro. Tuttavia, l’incidenza degli infortuni e le loro cause variano molto da settore a settore e da attività ad attività.

Se è vero che tra i giovani il tasso di incidenti mortali è meno alto in generale, altrettanto certo è che la percentuale di infortuni mortali può essere elevata in alcuni settori. L’incidenza maggiore si registra nell’agricoltura, seguita dalle costruzioni, dai trasporti e comunicazioni, e dall’industria manifatturiera.
Le costruzioni sono il comparto che fa registrare il più elevato numero di infortuni fatali tra i giovani lavoratori. Il numero degli infortuni mortali sta aumentando anche nel settore del commercio in alcuni paesi e le donne costituiscono un'elevata percentuale delle vittime.


Lavoratori anziani

Alcuni studi dimostrano che, sebbene i lavoratori anziani subiscano meno infortuni, nel loro caso spesso le lesioni sono più gravi e necessitano di più tempo per guarire. Il maggior numero di infortuni sul lavoro in tutti i settori, dall'industria pesante al lavoro d'ufficio, è dovuto agli scivolamenti e alle cadute. Tra i giovani sono più frequenti le lesioni a carico di occhi o mani, mentre i lavoratori anziani riferiscono con maggiore frequenza lesioni alla schiena.
Inoltre, i lavoratori anziani hanno più difficoltà a vedere o a mettere a fuoco a determinate distanze, hanno una visione periferica ridotta, vedono gli oggetti in maniera meno nitida, faticano di più a percepire la profondità o possono essere più sensibili ai bagliori di luce. Infine, è più probabile che soffrano di patologie che possono compromettere la vista, come cataratte e disturbi a carico della retina. Queste alterazioni delle capacità visiva possono contribuire ad accrescere il rischio di infortuni. Le cadute, invece, possono essere dovute a scarso equilibrio, tempi più lenti di reazione, problemi della vista e mancanza di concentrazione.


Donne

In generale, la frequenza degli infortuni è maggiore tra gli uomini, anche dopo i necessari aggiustamenti introdotti per tener conto del minor numero di ore lavorate dalle donne. Le donne, tuttavia, tendono a essere impiegate in determinate occupazioni e, pertanto, devono affrontare i pericoli specifici di tali lavori.

Per migliorare le condizioni di lavoro delle donne e degli uomini è necessario un impegno costante. Ma adottare un approccio alla valutazione dei rischi e alla relativa prevenzione che non faccia distinzioni "dal punto di vista del genere" può comportare il rischio che le lavoratrici siano sottovalutate o persino del tutto ignorate.

Quando si parla di pericoli sul lavoro, si tende a pensare agli uomini che sono impiegati in determinati settori a elevato rischio di infortuni come i cantieri edili, e non si pensa, per esempio, alle donne che operano nel campo dell'assistenza sanitaria e sociale. Se tuttavia si esaminano attentamente le situazioni di lavoro reali, si comprende che le donne sono esposte a importanti rischi sul lavoro tanto quanto gli uomini. È quindi fondamentale tener conto degli aspetti di genere nella valutazione dei rischi sul lavoro; integrare questa tematica nelle attività di prevenzione dei rischi è uno degli obiettivi attuali della Comunità europea.


Lavoratori migranti

Con il crescere della consapevolezza del ruolo determinante che i lavoratori migranti ricoprono per la crescita economica dei nostri paesi è opportuno prestare maggiore attenzione anche alle loro condizioni di impiego e di lavoro.

Il termine "lavoratori migranti" comprende un'ampia gamma di persone che hanno lasciato la terra d'origine per ragioni diverse e sono in possesso di vari livelli di competenze. Non tutti i lavoratori migranti sono "a rischio"; si possono tuttavia individuare tre aspetti pressanti concernenti la sicurezza e la salute sul lavoro:
· elevata occupazione in settori ad alto rischio;
· barriere linguistiche e culturali che ostacolano la comunicazione e la formazione in materia di sicurezza e salute;
· i lavoratori migranti spesso fanno molti straordinari e/o non sono in buone condizioni di salute e, pertanto, sono più esposti a infortuni e malattie occupazionali.


Lavoratori precari

I lavoratori precari, ossia i lavoratori che non hanno un'occupazione sicura, possono esser esposti a maggiori rischi per la salute. Questo tipo di occupazione, che si sta diffondendo nei paesi industrializzati ed è comune anche nelle economie in via di sviluppo, può essere definita anche da una serie di caratteristiche tipiche quali il lavoro temporaneo, scarsi livelli di controllo sull'attività svolta, assenza di contributi e retribuzione bassa.

È emerso da alcuni studi che il lavoro precario è associato a un deterioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro, con un aumento del tasso di infortuni, del rischio di malattia e dell'esposizione ai pericoli.


Manutentori

Molti infortuni, tra cui scivolate e cadute, avvengono a causa di una scarsa manutenzione o in conseguenza di interventi di manutenzione di pessima qualità:
· i subappalti a cascata delle attività di manutenzione ostacolano la gestione della SSL e la condivisione delle conoscenze in materia di gestione dei rischi;
· effettuare gli interventi di manutenzione a ritmi incalzanti può accrescere il rischio di infortuni.
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Ridurre gli infortuni sul lavoro: consigli per i datori di lavoro
8. Legislazione europea

Ai sensi delle direttive dell'Unione europea, i datori di lavoro sono responsabili della sicurezza e della salute dei loro lavoratori. La direttiva 89/391/CEE fornisce il quadro generale per la gestione della salute e della sicurezza e per l'individuazione e la prevenzione dei rischi.

I datori di lavoro devono valutare i rischi e adottare misure pratiche volte a proteggere la sicurezza e la salute dei lavoratori, conservare registri degli infortuni, fornire informazioni e formazione, consultare i lavoratori, e collaborare con gli appaltatori, coordinando con loro le misure di protezione.

Esistono inoltre altre singole direttive in materia di prevenzione degli infortuni.
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Come posso evitare i rischi? Consigli per i dipendenti

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1. Pericoli e rischi incontrati dai lavoratori


Il tipo di pericolo, il grado di rischio e la gravità del danno derivante variano a seconda del luogo di lavoro e del settore.

Il maggior numero di infortuni in tutti i settori, dall'industria pesante al lavoro d'ufficio, è dovuto ad inciampamenti, scivolate e cadute. Altri rischi per i lavoratori comprendono:
· mancanza di informazioni, istruzioni, formazione, supervisione e insegnamento;
· caduta di oggetti;
· ustioni termiche e chimiche;
· incendi ed esplosioni;
· sostanze pericolose;
· asfissia;
· stress.

I lavoratori sono invitati a rivolgersi al proprio datore di lavoro o ad un loro rappresentante nel caso in cui riscontrino la sussistenza di parte dei problemi riportati qui di seguito nel proprio luogo di lavoro:


Attrezzature e luogo di lavoro:
· protezioni meccaniche inadeguate a impedire il contatto con oggetti pericolosi;
· scarsa manutenzione delle attrezzature e dei veicoli di lavoro;
· rischio di taglio con lame, spigoli, lamiere metalliche, strumenti o altre estremità taglienti;
· pericoli elettrici.


Luogo di lavoro:
· scarsa igiene e pulizia, disordine, controlli insufficienti;
· scarsa visibilità nelle aree in cui operano veicoli e macchinari per il sollevamento (ad esempio gru mobili);
· andirivieni di persone e veicoli, in particolare in prossimità di entrate e uscite di garage, magazzini e depositi.


Trasporto sul lavoro:
· movimenti incontrollati di oggetti come, ad esempio, barili e altri carichi e contenitori legati in maniera inadeguata durante il deposito, il trasporto, la distribuzione o la movimentazione.
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Ridurre gli infortuni sul lavoro: consigli per i lavoratori
2. Legislazione europea

I lavoratori hanno determinati obblighi in forza dell'articolo 13 della direttiva 89/391/CEE, che fornisce il quadro generale per la gestione della salute e della sicurezza e per l'individuazione e la prevenzione dei rischi.

La direttiva stabilisce che è obbligo di ciascun lavoratore prendersi ragionevolmente cura della propria sicurezza e della propria salute nonché della sicurezza e salute dei propri colleghi, conformemente alla sua formazione e alle istruzioni fornite dal datore di lavoro.


In particolare, i lavoratori devono:
· utilizzare in modo corretto i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze pericolose e i mezzi di trasporto;
· utilizzare in modo corretto l'attrezzatura di protezione individuale messa a loro disposizione;
· non disattivare, cambiare o spostare arbitrariamente i dispositivi di sicurezza installati propri, in particolare, ai macchinari, alle apparecchiature, agli utensili, agli impianti ed agli edifici, e utilizzare tali dispositivi di sicurezza in modo corretto;
· segnalare immediatamente al datore di lavoro e/o ai lavoratori che hanno una funzione specifica in materia di protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori qualsiasi situazione di lavoro che essi ritengano possa ragionevolmente costituire un pericolo grave e immediato per la sicurezza e la salute, così come qualsiasi difetto rilevato nei sistemi di protezione.

Esistono inoltre altre singole direttive sulla prevenzione degli infortuni.
INFOTEL ha detto…
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3. Informazione e formazione

I lavoratori hanno il diritto di ricevere informazioni sui rischi esistenti per la salute e sicurezza, sulle misure di prevenzione, sulle procedure di primo soccorso e di emergenza. La formazione deve essere pertinente e comprensibile, anche per i lavoratori che parlano una lingua diversa. Essa deve essere impartita ai neoassunti ma anche ai lavoratori già in servizio se ci sono variazioni nelle pratiche di lavoro o nelle attrezzature di lavoro oppure quando cambiano le mansioni o ancora se vengono introdotte nuove tecnologie.

I lavoratori hanno inoltre l'obbligo di collaborare nell'attuazione delle misure di prevenzione previste dai datori di lavoro, seguendo le istruzioni ricevute nel corso della formazione e facendo attenzione alla propria sicurezza e salute e a quella dei propri colleghi. È necessario far capire ai lavoratori come lavorare in sicurezza.

La formazione deve concentrarsi su:
· i principi del sistema di gestione della sicurezza e le responsabilità dei lavoratori;
· i pericoli e i rischi specifici presenti sul lavoro;
· le competenze necessarie per svolgere le attività;
· le procedure da seguire per evitare qualsiasi rischio;
· le misure di prevenzione da adottare prima, durante e dopo l'attività di lavoro;
· istruzioni specifiche concernenti la sicurezza e la salute per i lavoratori alle prese con apparecchiature tecniche e sostanze pericolose;
· informazioni sui dispositivi di protezione collettivi e individuali;
· fonti di informazione sulla sicurezza e la salute che sono a disposizione dei lavoratori;
· informazioni sulle persone da contattare per segnalare i rischi emergenti e le emergenze.
Fonte osha europa
INFOTEL ha detto…
I dati del Rapporto Isfol 2008: solo per quanto riguarda gli uomini, un milione e mezzo di irregolari. Atipicità, discontinuità e inattività le penalizzazioni più forti per l'occupazione femminile

Il tasso di occupazione in Italia (58,7%) resta lontano dagli obiettivi di Lisbona ed è inferiore alla media dei Paesi Ue (65,4%), ma per i prossimi quattro anni le stime occupazionali segnalano un aumento di 1,2 milioni di unità. Cresce, inoltre, l'effetto-scoraggiamento che, solo nel Mezzogiorno, conta un +8,1% di inattivi tra il 2000 e il 2007. Restano ancora numerosi i gap del mercato del lavoro italiano, secondo il Rapporto 2008 dell'Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), presentato oggi a Roma. Consistente resta la quota del sommerso: il Rapporto stima infatti in un milione 480mila individui la portata del lavoro maschile sommerso e irregolare, con quote elevate nel settore dei servizi (64%) e nel Mezzogiorno (50,3%). Di segno positivo, invece, le previsioni occupazionali dell'Isfol al 2012 che stimano un aumento di un milione e 200 mila unità, concentrate in alte professionalità e basse qualifiche professionali. Intanto, nuovi soggetti deboli si affacciano sul mercato del lavoro.

Riguardo alla quota femminile: atipicità, discontinuità e inattività descrivono la relazione tra donne e mercato del lavoro e l'Italia dista più di 10 punti dall'obiettivo di Lisbona di un'occupazione "in rosa" per il 60%. Sul fronte formazione, dal Rapporto emerge che per la prima volta in Italia i lavoratori diplomati raggiungono il 60% della forza lavoro complessiva. E sono in aumento anche i lavoratori in possesso di un titolo universitario (15,7%). Ma cresce al contempo il numero dei teen ager italiani "dispersi": sono 150-155milan gli adolescenti che non sono inseriti in alcun percorso formativo. Resta quindi negativo il dato sull'abbandono scolastico e formativo dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni che rimane circa il doppio rispetto al 10% fissato a Lisbona.

"Gli indicatori su lavoro e formazione mostrano segnali positivi ancora evidenti nel 2007, mentre tutti gli indicatori volgono al peggio nel corso del 2008", ha commentato il presidente dell'istituto, Sergio Trevisanato. "Sul fronte del mercato del lavoro, dopo oltre un decennio di performance positive, è sopraggiunta una fase di rallentamento che quasi sicuramente avrà segno negativo nei prossimi mesi". Una situazione di emergenza, dunque, in cui, raccomanda l'Isfol, è bene che prevalgano "riforme incisive e durature". Innanzitutto, bisogna affrontare la questione degli ammortizzatori sociali, "per contrastare possibili iniquità e situazioni di criticità non presidiate". "Occorrono valide misure di accompagnamento nei passaggi dall'inattività o dalla disoccupazione al lavoro", ha aggiunto Trevisanato, "grazie a una maggiore copertura e una più elevata qualità delle politiche attive, nell'ottica del welfare to work".

"Andiamo incontro a un anno molto difficile nel quale probabilmente crescerà la disoccupazione, che potrà colpire soprattutto le parti deboli del mercato del lavoro", ha commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervenendo alla presentazione del rapporto. Proprio in vista di questo scenario fortemente pessimistico, secondo l'esponente del governo, è necessario "provvedere allargando i fruitori degli ammortizzatori sociali, come l'indennità di mobilità e le casse integrazioni in deroga. Interventi che faremo con le manovre nei prossimi giorni". "L'occupazione femminile è cresciuta più di quella maschile grazie alle leggi Treu-Biagi, ma rimane ancora molto bassa", ha concluso Sacconi. Secondo il ministro una soluzione potrebbe essere, così, quella di "aprire sui servizi di cura sull'infanzia, incentivandoli molto di più attraverso le reti interfamigliari, perché l'orario rigido tende a punire la donna che lavora".
Shop Infotel ha detto…
Il giorno dopo il terribile incidente alla Marconigomma di Sasso Marconi si cercano le cause dell'esplosione costata la vita al direttore dello stabilimento, Fabio Costanzi di 56 anni, e ad un operaio indiano, Iadav Ranjaz, di 45. A provocare lo scoppio forse una reazione con i residui di una precedente lavorazione, o una quantità eccessiva di prodotto nel macchinario. L'attenzione degli inquirenti è concentrata, in particolare, sulla mescola che, secondo le testimonianze dei colleghi delle vittime, era di un tipo assolutamente nuovo. Ma sono ancora soltanto ipotesi.

L'incidente di ieri è solo l'ultimo di una lunga serie che, nell'ultimo anno, ha caratterizzato il settore gomma. Anche se l'andamento è leggermente decrescente dal 2005 a oggi ( -2,7% nel triennio) ogni anno si contano, infatti, poco più di 11mila infortuni. Per quanto riguarda, invece, gli incidenti mortali l'andamento nel triennio è altalenante : in media 15 morti l'anno, di cui però il 40% avvenuti in itinere, nel tragitto casa-lavoro-casa. Nel 2007, in particolare, su 16 infortuni mortali 9 sono avvenuti in occasione di lavoro e 7 in itinere.

Rispetto alla media dell'Industria e Servizi in termini relativi (indici di frequenza) l'indice complessivo è nettamente superiore (+46,1%); mentre è leggermente inferiore per gli infortuni gravi (-1,2%) e nettamente inferiore (- 50%) per gli infortuni mortali (indici calcolati al netto degli itinere).

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