La valutazione dello stress nel d lgs 81
Uno dei fattori che incide maggiormente sulla sicurezza è lo stress, causa di danni diretti (es. fenomenologia legata ad eccessivo carico di lavoro) o danni indiretti (es. in attività manuali lo stress può condurre a disattenzioni fatali sui luoghi di lavoro).
La crescente enfasi al tema è un fenomeno europeo: l'Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA) ha condotto uno studio nel quale si precisa che il 20% dei lavoratori europei teme per la propria incolumità fisica per lo stress legato al lavoro. Non solo, ma l'analisi dei costi derivanti dallo stress e dalla sicurezza hanno ancor più reso evidente la grandezza del problema: lo stress lavoro-correlato è stato identificato ai livelli internazionali, europei e nazionali come preoccupazione sia per i datori di lavoro che per i lavoratori.
Di conseguenza, lo stress e la sicurezza nelle economie evolute sono diventate voci di spesa molto importanti.
Il D.Lgs.81/2008 (Testo unico Sicurezza) contiene un richiamo espresso allo stress lavoro correlato ed all'Accordo europeo dell'8 ottobre 2004.
L'articolo 28, comma 1 del Testo Unico prevede, infatti, che la valutazione del rischio, obbligo non delegabile del datore di lavoro, debba riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori "ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004".
Ogni valutazione dei rischi dovrà considerare il rischio da stress lavoro-correlato e quindi contenere le misure di prevenzione e protezione individuate e le procedure per attuarle, attenendosi ai contenuti dell'Accordo.
Lo stress viene definito dall'Accordo, come uno stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali e che consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti. L'individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, ma, di fronte ad un'esposizione prolungata a forti pressioni, avverte grosse difficoltà di reazione. Inoltre, la risposta individuale è estremamente variabile: persone diverse possono reagire in modo diverso a situazioni simili ed una stessa persona può, in momenti diversi della propria vita, reagire in maniera diversa a contesti simili. Anche se lo stress non è una malattia, un'esposizione prolungata allo stress può ridurre l'efficienza sul lavoro e causare problemi di salute.
Lo stress può potenzialmente interessare tutti i posti di lavoro e qualunque lavoratore, indipendentemente dalla dimensione dell'azienda, dal campo di attività, o dalla tipologia del contratto o del rapporto di occupazione.
Il primo passo per affrontare un problema particolarmente complesso ed a rischio a volte di astrazione come quello dello stress, è saperlo riconoscere e, cioè, identificare un problema di stress-lavoro, il che comporta un'analisi di fattori tra i quali:
- - l'organizzazione del lavoro e i processi (disposizioni di orario di lavoro, grado di autonomia, abilità e requisiti professionali dei lavoratori, carico di lavoro, ecc.),
- - condizioni di lavoro ed ambiente (esposizione a comportamenti negativi, rumore, calore, sostanze pericolose, ecc.),
- - comunicazione (incertezza circa che cos'è previsto sul lavoro, prospettive di carriera, cambiamenti, ecc.)
- - fattori soggettivi (pressioni emotive e sociali, incapacità di fare fronte alle richieste,..)
Tutti questi fattori mescolandosi variamente possono contribuire a creare una condizione di stress.
Una volta individuato il problema, si devono specificare le misure di prevenzione e di protezione che possono essere collettive, individuali o entrambe.
La responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare spetta al datore di lavoro. Queste misure saranno attuate con la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
La valutazione del rischio riguardante lo stress richiede l'adozione degli stessi principi e processi basilari di altri pericoli presenti sul luogo di lavoro: identificare le fonti di stress, decidere quali azioni è necessario intraprendere, comunicare i risultati della valutazione e revisionarli a intervalli appropriati.
In conclusione, affrontare lo stress sul lavoro (valutarlo come rischio e, conseguentemente adottare tutte le misure preventive e protettive necessarie) può condurre ad un miglioramento della salute e sicurezza, a benefici sociali ed economici conseguenti per le aziende, i lavoratori e la società, nell'insieme.
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